6. E. M. BERANGER, Curiosus Terrae Laboris. Articoli, discorsi, ricerche, bibliografia completa 1975-2015, a cura di Antimo Della Valle, Associazione Antares, Piedimonte San Germano, 2016, pp.385
Il volume presenta una selezione di articoli di carattere giornalistico-divulgativo, che sono stati pubblicati negli ultimi dieci anni ed hanno contribuito in maniera considerevole alla conoscenza e alla valorizzazione del ricco patrimonio storico-artistico dell’antica Alta Terra di Lavoro, corrispondente all’attuale territorio del Lazio Meridionale.
Altresì il volume contiene una selezione di discorsi ed interventi e, nella parte finale, si arricchisce di una lista di pubblicazioni edite da Eugenio M. Beranger a partire dal 1975, comprendendo quarant’anni di intensa attività scientifica. Il presente lavoro non è una mera raccolta di articoli, ma è un racconto dell’esperienza vissuta dall’Autore, della metodologia utilizzata nella redazione degli articoli, della grande passione impiegata, della straordinaria competenza mostrata.
Il Lettore potrà cogliere il messaggio che Eugenio M. Beranger ha voluto trasmettere, utilizzando il giornale, uno strumento molto popolare, per comunicare la conoscenza del ricco patrimonio storico-artistico-demoantropologico, evitando che tali insegnamenti potessero rimanere, come spesso accade, soltanto in un ristretto àmbito accademico. Il tratto comune che contraddistingue le varie esperienze giornalistiche dell’Autore, presentate in questo testo, è costituito da un rigore scientifico nel lavoro redazionale, nella costituzione di una squadra di validi studiosi, nell’indagine di temi poco battuti e nel recupero di testi di autori locali dimenticati dalla cultura ufficiale.
Il volume si articola in cinque sezioni, ognuna preceduta da una nota introduttiva: nella prima viene raccontata l’esperienza editoriale de Il Cronista, glorioso periodico dell’Antica Terra di Lavoro, fondato a Caserta nel 1878 dal prof. Pitagora Conti, edito dall’Associazione Antares nel 2004.
Con l’introduzione di Clara Patroni, nella seconda sezione, viene raccontata l’esperienza pubblicistica del nuovo periodico Paese Mio, mensile di cultura arte e tradizioni popolari, edito dall’Associazione La Selva di Sora, in cui lo studioso si cimenta in una direzione editoriale di assoluta qualità. Rispetto ad esperienze pubblicistiche precedenti, con Paese Mio, Beranger focalizza al massimo l’attenzione sul mondo agricolo, con interviste, descrizioni, commenti, in cui pone al centro del proprio progetto editoriale l’esaltazione del lavoro agricolo.
Con l’introduzione di Claudio Pompilio, nella terza sezione, viene presentata una selezione di articoli dell’Autore che sono stati pubblicati in alcuni periodici del territorio sorano (L’Eco dei Campanili, Il Ponte, La Madonna della Figura), con forti connotazioni religiose ma che hanno notevolmente contribuito all’elevazione culturale e sociale di quest’area territoriale.
Nella quarta parte, con la nota introduttiva curata da Francesca M. Suria Jayarajah, nipote di Eugenio M. Beranger, vengono presentati alcuni discorsi ed interventi tenuti nelle varie conferenze e presentazioni di libri. Tutti i suoi discorsi venivano meticolosamente preparati con un rituale che prevedeva un’analisi presso biblioteche, archivi pubblici e privati ed una un’ampia ricerca preventiva e rigorosa.
La quinta ed ultima sezione raccoglie l’intera bibliografia di Eugenio M. Beranger con un elenco quasi completo della sua produzione editoriale. Il prezioso lavoro di ricerca, corredato da una breve sintesi delle molteplici pubblicazioni, è stato redatto dallo stesso Autore che, più volte sollecitato dallo scrivente sulla necessità di redigere un elenco ordinato della sterminata produzione iniziata nel lontano 1975, inviò l’intera bibliografia accompagnandola con una premessa, presentata all’inizio della quinta parte che rappresenta il testamento culturale che questo straordinario studioso ha lasciato, dimostrando la sua immensa conoscenza. «Argomenti di carattere archeologico si alternano a temi di natura storico-archivistica; l’attenzione rivolta alla storia del paesaggio si coniuga con l’esame di alcune catastrofi naturali; l’approfondimento delle tradizioni popolari corre parallelo all’indagine sulla conservazione e trasformazione del patrimonio edilizio tramandato dall’antichità; lo studio delle tecniche edilizie più arcaiche si affianca alla necessità di tutelare i nostri centri storici».