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Montecassino, la storia e l’arte

L’Abbazia di Montecassino fu fondata nel 529 da San Benedetto che fondò il primo nucleo sull’acropoli dell’antica Casinum, oggi Cassino. Il paganesimo era ancora presente, ma egli riuscì a trasformare questo luogo in un monastero Cristiano ben strutturato dove ognuno potesse avere la dignità che meritava, attraverso la preghiera e il lavoro.

Accanto alla Chiesa di San Martino erano stati costruiti gli alloggi e la Torre a due piani con la cella di Benedetto. San Benedetto lasciò una regola, Orat e Labora, libro che comprende le norme per la vita monastica.
L’abbazia di Montecassino fu distrutta quattro volte ed è sempre rinata più forte delle sue rovine

Nel corso dei secoli l’Abbazia è stata distrutta quattro volete ed è sempre rinata più forte dalle sue rovine. Nel 577 la distrussero i Longobardi, poi nell’887 i Saraceni. Nel 1349 ci fu un terrible terremoto e nel febbraio 1944 un bombardamento la rase al suolo.

Testimonianze storiche del più alto interesse e di sicura validità sono state raccolte e tramandate a Montecassino: dai primi preziosi documenti in lingua volgare ai famosi codici miniati cassinesi, ai preziosi e rarissimi incunaboli. Il più illustre dei suoi abati fu forse Desiderio – il futuro papa Vittore III (sepolto nell’abbazia stessa) – che alla fine dell’XI secolo fece ricostruire completamente l’abbazia ed ornò la chiesa di preziosissimi affreschi e mosaici, il cui riflesso si può ancora oggi scorgere in quelli che lo stesso abate fece eseguire in Sant’Angelo in Formis.

Nel 787 Carlo Magno visitò l’Abbazia, confermò l’autonomia dei monaci nella scelta del loro Abate e copia la Regola benedettina che diventerà successivamente obbligatoria in tutti i monasteri carolingi.
Nel Seicento l’Abbazia di Montecassino divenne un luogo d’incontro dei principali pittori della Scuola Napoletana

L’Abbazia assunse nel XVII secolo l’aspetto tipico di un monumento barocco napoletano, grazie anche alle decorazioni pittoriche di numerosi artisti tra i quali Luca Giordano, Francesco Solimena, Francesco de Mura e altri.

Al centro dellla Linea Gustav, l’Abbazia fu distrutta da un poderoso bombardamento degli Angloamericani il 15 febbraio 1944.

La ricostruzione, iniziata subito dopo la fine della guerra, ha mirato ad una riproduzione esatta delle architetture distrutte.

Nel corso del tempo, le varie ricostruzioni del monastero hanno dato al suo aspetto molteplici caratteri e stili. E possibile riconoscere l’espressione tardo rinascimentale e il periodo barocco. Dopo distruzione del 1944, una complicata opera di riedificazione ha cercato di restituire all’abbazia il suo aspetto originario.
Basandosi secondo il progetto iniziale – caratterizzato dalla pianta rettangolare aperta sul disegno dei tre chiostri con la Basilica a tre navate – l’edificio fu in seguito ricostruito cercando di rispettare fedelmente lo stile seicentesco.

Attualmente l’abbazia comprende: il Chiostro d’ingresso, il Chiostro del Bramante e il Chiostro dei Benefattori, che comunicano tra loro.
Nel Chiostro d’ingresso sorgeva il tempio consacrato ad Apollo, S. Benedetto lo riadattò a oratorio dedicandolo a S.Martino. Al centro del giardino una scultura rappresenta l’episodio della morte di S. Benedetto.
Il Chiostro del Bramante, di stile rinascimentale, è stato costruito nel 1595. Al centro è situata una cisterna ottagonale, fiancheggiata da colonne corinzie che sostengono la trabeazione.Ai piedi della scalinata si trovano due statue: a sinistra S. Benedetto, pezzo originale del 1736, a destra S. Scolastica, una copia.
Il Chiostro dei Benefattori fu realizzato nel 1513, probabilmente su disegno di Antonio di Sangallo il giovane. Sono presenti statue di papi e sovrani che, nel corso dei secoli, hanno contribuito generosamente alla vita del santuario.

Ogni giorno migliaia di pellegrini e visitatori da tutto il mondo varcano questa soglia. Attraversano silenziosamente i chiostri e poi salgono la grande scalinata fino alla Basilica, alla tomba di San Benedetto e Santa Scolastica.

Ma è nel museo di Montecassino che alla fine i visitatori possono vedere magnifici quadri, meravigliosi manoscritti e libri antichi; possono ripercorrere la storia dell’Abbazia.

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Nell’ambito dell’attività di ricerca e studi che l’Associazione Antares svolge da oltre 15 anni, è stato individuato un raro e prezioso diario di guerra scritto dal soldato italo-scozzese, Robert Di Folco, nato come Libero Antonio Di Folco a Piedimonte San Germano il 14 ottobre 1899. Il diario è conservato al National Library of Scotland di Edimburgo

Una copia del diario è stata donata all’Associazione Antares dal Professor Carlo Pirozzi, docente di lingua e letteratura italiana presso il Dipartimento d’Italiano dell’Università di Edimburgo

L’Associazione Antares ha condotto una ricerca all’interno degli archivi comunali di Piedimonte San Germano, trovando il documento che attesta la nascita di Robert Di Folco a Piedimonte San Germano, figlio di Antonio e Domenica Antonia Traglia

Il presidente dell’Associazione Antares ha scritto una lettera al figlio di Robert Di Folco, John che vive in Scozia e non ha alcun contatto con la comunità di Piedimonte San Germano.

Ruocco ha informato John Di Folco che l’Associazione Antares ha ricevuto copia del diario e che ha realizzato un articolo sulla propria rivista, Il Cronista, inviando all’italo-scozzese copia del certificato di nascita.

Inoltre il presidente Nicola Ruocco si appella ai cittadini di Piedimonte, soprattutto ai tanti che navigano su Facebook, chiedendo informazioni per rintracciare i familiari di Robert e John Di Folco presenti sul territorio.

Di seguito riportiamo la lettera integrale.

Gentile John Di Folco,

Abbiamo individuato, grazie all’aiuto del Prof. Carlo Pirozzi, il diario di suo padre, Robert che ha combattuto la Grande Guerra ed era nato a Piedimonte San Germano, sede della nostra associazione culturale. Siamo rimasti sorpresi ma felicissimi di apprendere l’esistenza di questo prezioso e raro diario che testimonia il sacrificio dei nostri soldati e soprattutto dei nostri cittadini. Già in passato avevamo fatto un’iniziativa per ripristinare la lapide che ricorda i caduti della Grande Guerra perchè distrutta nella seconda Guerra Mondiale. Infatti, Piedimonte San Germano è stata quasi completamente distrutta essendo punto essenziale della linea difensiva. Abbiamo scritto un articolo sulla nostra rivista, Il Cronista.com, informato i nostri cittadini dell’impresa di Robert Di Folco che qui era stato chiamato Libero Antonio, nome che ancora è molto diffuso. Ci impegneremo, con la gentilissima collaborazione del prof. Pirozzi, ad organizzare qualche evento per far conoscere il prezioso diario. Nel frattempo, abbiamo condotto una ricerca negli archivi comunali, che seppur distrutti in parte dalla guerra, ci ha restituito il certificato di nascita di suo padre, figlio di Antonio e Domenica Antonia Traglia, cognome diffusissimo in zona.
Con la speranza di farle cosa gradita, le inviamo il certificato di nascita di suo padre ed un caloroso saluto da Piedimonte San Germano, la terra dei suoi avi.
saluti

Nicola Ruocco
Presidente Associazione di Promozione Sociale Antares

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L’Associazione di promozione Sociale Antares Onlus a seguito della ricorrenza del 100° Anniversario della fine della Prima Guerra Mondiale 1918-2018, ha chiesto all’Amministrazione Comunale di Piedimonte San Germano, il ripristino della lapide marmorea, commemorativa dei caduti di Piedimonte San Germano nella Grande Guerra con lettera protocollata in data 4 ottobre e firmata dal presidente Nicola Ruocco.

Tale lapide era collocata sulla facciata laterale della Chiesa di San Nicola, in piazza Vittorio Veneto, ed è stata distrutta nel secondo conflitto mondiale del 1943-1944.

L’ Associazione Antares ha chiesto che venga esposta sulla facciata laterale della Chiesa di San Nicola in Piedimonte San Germano superiore una nuova lapide commemorativa a ricordo dei caduti della Prima Guerra Mondiale da inaugurare il giorno 4 novembre 2018.

L’idea di richiedere il ripristino della lapide marmorea nasce lo scorso anno, il 4 novembre 2017, durante la presentazione del libro del prof. Gaetano De Angelis-Curtis, La Prima Guerra Mondiale e l’Alta Terra di Lavoro, presso la Chiesa di San Nicola in Piedimonte San Germano Alta.

L’Associazione Antares ha allegato alla richiesta, l’elenco delle vittime della Prima Guerra Mondiale riportate sulla lapide distrutta.

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Giovedì 25 gennaio 2018 si svolgerà a Roma, presso la Biblioteca della Giunta Regionale “Altiero Spinelli”, la giornata di studio dedicata a “L’Alta Terra di Lavoro: tempi e argomenti di storia della Campania Felix compresa nel territorio della Regione Lazio”.
Un ulteriore momento di studio si terrà il 3 febbraio 2018 ad Arpino, presso la Biblioteca Comunale Palazzo Sangermano. L’evento è stato organizzato dalla Regione Lazio, Direzione Regionale Cultura e Politiche Giovanili, Area Giuridica e sui Beni Culturali in collaborazione con l’Associazione di Promozione Sociale Antares Onlus di Piedimonte San Germano ed il Comune di Arpino.

La giornata di studi tratterà in modo scientifico temi storici e archeologici dell’Antica Terra di Lavoro compresa nell’attuale territorio appartenente alla Regione Lazio e che prima dell’Istituzione della Provincia di Frosinone nel 1927 appartenevano all’antica Terra di Lavoro.

I lavori saranno aperti da Piergiorgio Monti, direttore scientifico del museo archeologico di Fregellae a Ceprano, che tratterà il tema di Fragellae e l’inizio della colonizzazione romana del Lazio Meridionale con valutazioni dei maggiori siti archeologici del territorio come Aquinum, Casinum e Interamna Lirenas.

Lo storico dell’Università di Cassino, Gaetano De Angelis- Curtis affronterà l’argomento del cambiamento territoriale e la trasformazione da Terra di Lavoro a Lazio Meridionale con tutte le implicazioni culturali e giuridiche.

Fernando Riccardi, storico e giornalista, tratterà il tema del Brigantaggio post-unitario e le origini del fenomeno nell’Alta Terra di Lavoro. Dopo la pausa, i lavori riprenderanno nel pomeriggio con l’intervento dell’Avv. Ferdinando Corradini che analizzerà il processo di industrializzazione dell’Alta Terra di Lavoro prima e dopo l’unificazione italiana.

L’avvocato Luciano Santoro affronterà il tema dei Gallio di Como e il feudo cominense di Alvito nell’Alta Terra di Lavoro. Concluderà la giornata di Studi, la dott.ssa Marina Carta, esperta di cartografia storica, trattando  Il Cabreo dei Beni della Cappella del Monte dei Morti nella Chiesa di San Michele Arcangelo ad Arpino: aspetti del linguaggio decorativo del disegno catastale tra il XVII e XVII secolo.

La seconda sessione della Conferenza si svolgerà ad Arpino, presso la Biblioteca di Palazzo Sangermano, Sabato 3 febbraio 2018 alle ore 16.00.

 

 

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La consegna dei Presepi che andranno in mostra e concorreranno al Premio è possibile fino a sabato 23 Dicembre 2017 alle ore 12.00, previa iscrizione online sul sito web dell’Associazione Antares Onlus

Terza edizione della Mostra-Concorso del Presepe Artigianale, Città di Piedimonte San Germano, possono partecipare tutti coloro che si dilettano nell’arte presepiale.

La partecipazione è gratuita. Al presepe primo classificato sarà assegnato un premio di € 250,00; al secondo classificato, uno di € 150,00; al terzo, uno di € 100,00.

Per partecipare alla Terza Edizione della Mostra- Concorso città di Piedimonte San Germano occorre prenotare la proria partecipazione compilando il   seguente Modulo Online. La consegna dei lavori artigianali da esporre è possibile fino a sabato 23 dicembre 2017  dalle ore 12.00 presso la Sala Parrocchiale della Chiesa di Santa Maria Assunta di Piedimonte San Germano. I partecipanti, oltre al Presepe, dovranno consegnare, il modulo di partecipazione scaricabile al seguente link,  debitamente compilati in ogni campo.

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